Questa metodologia è stata studiata per ottimizzare i dosaggi di applicazione, e minimizzare l’invasività del sistema. L’attenzione durante lo sviluppo del sistema è stata rivolta alla velocità e accuratezza dell’iniezione, alle condizioni favorevoli per l’assorbimento e all’efficacia di traslocazione dei principi attivi. Il risultato è stato una attrezzatura in cui le varie fasi sono assolutamente modulabili e adattabili alle diverse condizioni operative. A differenza dei sistemi endoterapici finora utilizzati, in cui la soluzione viene iniettata in forma liquida, la soluzione viene nebulizzata attraverso una capsula (plug), precedentemente inserita nel legno attivo. L’attrezzatura è costituita dalla “pistola” di iniezione, dal sistema di pressione e dalle bombole per il contenimento del prodotto.
Il processo si svolge secondo tre fasi distinte:
1) preparazione del foro
2) inserimento della plug
3) iniezione.
Meritano di essere sottolineati alcuni punti che rendono il sistema a microinfusione particolarmente adatto a grandi realtà operative:
1) riduzione dei tempi di intervento
2) conseguente riduzione dei costi di intervento
3) maggiore efficacia legata alla solubilità e traslocazione dei p.a.
4) maggiore precisione dei dosaggi
5) svincolo dalle condizioni metereologiche durante il trattamento
6) minor numero di fori rispetto all’uso di capsule o sistemi a pressione tradizionali
7) riduzione a “0” della trasmissione di infezioni fungine da un albero all’altro
8) possibilità di trattare specie considerate difficili (es. conifere)
9) possibilità di fornire elementi nutritivi (N, P, K, microelementi)
10) maggiore sicurezza per l’operatore.