Si riporta comunicato dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Padova sul problema della gestione e degli abbattimenti di alberi nel territorio comunale di Padova.
L’abbattimento di un albero costituisce sempre una perdita di valore per la società e per l’ambiente, sia esso urbano o rurale.
L’albero, tramite complessi fenomeni biochimici, depura l’aria mediante l’assorbimento di CO2, la produzione di ossigeno, l’assorbimento e l’inattivazione di alcuni inquinanti (HF, SO2, Cl2, NOx), l’abbattimento delle polveri (un filtro sempre attivo per il particolato sospeso PTS, PM10 e PM2,5) e bilanciando la formazione di ozono. L’albero attenua l’inquinamento acustico assorbendo e mitigando le onde sonore e favorendo la produzione di “rumore bianco” (un particolare tipo di rumore caratterizzato dall’assenza di periodicità e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze). Inoltre, l’albero regola il microclima attraverso la sottrazione di calore all’aria, ombreggia i luoghi di sosta, riposo e ricreazione, ed offre riparo e nutrimento ad uccelli ed altri animali che, nonostante tutto, hanno fatto dell’ambito urbano la loro dimora.
L’albero è quindi un purificatore e un “climatizzatore” a costi molto esigui e di grande efficacia ! L’albero è un micro-habitat che contribuice ad arricchire la biodiversità e a migliorare le condizioni di vita dell’uomo, non senza trascurare la valenza paesaggistica che può rivestire un filare di alberi, come un esemplare isolato di grandi dimensioni.
Partendo da questa breve disamina, il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Padova, prendendo spunto dai recenti abbattimenti che hanno trovato ampio eco sulla stampa locale, vuole fornire alcune indicazioni di ordine generale, volte a favorire il recupero della naturalità degli ambienti urbani e periurbani.
Innanzitutto è evidente che ogni albero ha bisogno di un suo spazio vitale e, quindi, di volta in volta la scelta della specie da impiegare va condotta considerando le dimensioni che assumerà alla maturità e non quelle all’impianto, come spesso può accadere a causa di varianti al progetto dell’ultim’ora; alcune specie sono più adatte ad ombreggiare i parcheggi, o a valorizzare i viali cittadini, o ancora a crescere negli spazi più angusti fra i condomini e le case della nostra città, che non è un ambiente uniforme, ma offre innumerevoli varianti ecologiche, nicchie, anche molto diverse fra loro, per le quali bisogna individuare le specie che meglio vi si possono adattare. Una scelta oculata permetterà di godere dell’albero per lunghi anni senza dover fare i conti con interferenze, disturbi frequenti ma soprattutto costose e inutili manutenzioni.
Una scelta attenta delle specie e della posizione di impianto permette anche di migliorare la naturalità dei canali che circondano la nostra città. Un’opportuna progettazione permetterebbe di ottenere, a fianco della funzione prioritaria di sicurezza idraulica, anche una funzione ricreativa e “naturalistica”. Ciò impone agli enti che hanno il compito di sorvegliare e mantenere in efficienza la rete idrografica e di scolo del nostro territorio non pochi sforzi. Il solo inerbimento degli argini semplifica il controllo del loro stato e l’esecuzione delle attività di manutenzione. L’albero in questi contesti andrebbe quindi collocato in posizioni adeguate, scegliendo, fra tutte, solo le specie che risultano più consone allo sviluppo della chioma e dell’apparato radicale, che non deve compromettere la stabilità dell’argine.
Non meno importante è la programmazione della manutenzione dell’albero, variabile in funzione della sua collocazione e funzione, ma che va sempre condotta prima che si manifestino i disagi, per evitare drastici interventi di potatura, non solo antiestetici ma veicolo essi stessi di infezioni che spesso portano alla morte della pianta e ne precludono un armonioso sviluppo.
Un approccio alla cura dell’albero che non consideri complessivamente questi aspetti condurrebbe a errori sostanziali nella gestione degli spazi verdi urbani, risorse indispensabili per tutelare la salute dei cittadini che non sempre hanno la consapevolezza di ciò. In merito alla gestione e quindi agli investimenti che sono tenuti a sopportare gli enti preposti va osservato che sarebbe proficuo considerare tutte le opportunità offerte dalle misure regionali, in termini di contributi, a favore della creazione di siepi e alberature con funzione soprattutto ecologica nonché l’utilizzo delle ormai consolidate tecniche di ingegneria naturalistica nelle zone più a rischio di frana ed erosione.
Il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Padova