Come ogni inverno, nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio compaiono sulle nostre conifere i fastidiosi nidi di processionaria. La processionaria (Thaumetopoea pityocampa) è un insetto dell’ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae.
Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.
Questo artropode si trova nelle regioni temperate dell’Europa meridionale, nel vicino Oriente e perfino nell’Africa settentrionale. E’ uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale.
Le pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre), ma è facile trovarne anche presso larici e cedri.
Il ciclo biologico del parassita
La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell’anno, dal momento che trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppelito sotto terra. Ogni femmina produce un “ammasso” di uova che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante. L’ammasso può contenere fino a 300 uova, dalle quali dopo almeno 4 settimane nascono le tipiche larve. Le uova sono completamente ricoperte da scaglie provenienti dall’addome della femmina.
Nonostante la modesta dimensione le larve sono dotate di forti mandibole in grado di fagocitare i duri aghi già subito dopo la nascita.
In poco tempo, spogliato completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di nuovo nutrimento.
I bruchi vivono in gruppo. Inizialmente sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, ma verso ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l’inverno.
L’attività riprende in primavera e le processionarie, in genere verso la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo.
Trovatolo, lì si interrano ad una profondità variabile di circa 15 cm. Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma può prolungarsi anche per uno o più anni.
L’insetto, raggiunta la maturità e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio esce dal bozzolo. L’adulto è una falena con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con delle striature marroni; la femmina è solitamente di dimensioni lievemente maggiori del maschio.
La loro vita è molto breve: non più di 2 giorni.
Le femmine sono le prime a recarsi sugli alberi ad alto fusto, dove vengono in seguito fecondate dal maschio.
Il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova e il ciclo ricomincia.
Identificazione
Uova
Le uova sono sferiche e bianche; si trovano raggruppate in forma cilindrica tra degli aghi di pino. La massa di uova è larga 25-40 mm e alta circa 5 mm e può contenere 70-300 uova. E’ coperta con scaglie, prodotte dalla punta dell’addome della femmina, di colore grigio-marrone, tonalità che permette un’efficace mimetizzazione tra i rami della pianta.
Larva
Il bruco ha 5 stadi larvali. Nel primo stadio il bruco ha un corpo di colore verde. Dopo la seconda muta, il bruco assume il suo aspetto definitivo. A fine crescita il bruco è lungo 38-45 mm. La larva è coperta di peli urticanti che possono causare irritazioni cutanee anche gravi, congiuntivite, congestione e asma nell’uomo e negli animali. Questi peli urticanti sono disposti in ciuffi in ogni parte del corpo. La colorazione del tegumento del corpo varia notevolmente a seconda della specie. In generale, il tegumento è più scuro nelle zone fredde e varia dal grigio-bluastro al nero. La testa della larva è nera. I peli laterali e ventrali variano dal bianco al giallo scuro. I peli dorsali vanno dal giallo all’arancione e nascono da bulbi rosso-bruni. La parte inferiore del corpo è di un marrone più o meno scuro.
Pupa
La pupa è avvolta in un bozzolo di seta ovale di colore marrone-bianco. La pupa (obtecta) è lunga circa 20 mm, di forma ovale, di colore marrone pallido-giallo che col tempo diventa bruno-rossastro. Gli uncini (che legano ad un supporto, es. lo stelo di una pianta) sono arrotondati, con due robuste spine ricurve.
Adulto
La falena di sesso femminile ha un’apertura alare di 35-50 mm, quella di sesso maschile è più piccola con un’apertura alare di 30-40 mm. Entrambi hanno una cresta irregolare nella parte anteriore. Le ali anteriori sono di colore grigio cinereo; le fibre nervose (dette nei lepidotteri “trachee”), i margini e le tre bande trasversali sono più scure. Il disegno è meno pronuciato sulle ali della femmina. Le ali posteriori sono bianche e grigie, con la caratteristica macchia di colore grigio-marrone nella zona anale. Le antenne sono giallastre alla base e piuttosto marroni sulla punta. Entrambi i sessi hanno un torace peloso. L’addome della femmina è robusto e il suo ultimo segmento è coperto con grandi scaglie.
Lotta
I metodi di lotta sono numerosi e prevedono pratiche agronomiche (rimozione meccanica dei nidi), mezzi microbiologici (utilizzo di dell’insettcida biologico Bacillus thuringiensis kurstaki), da distribuire per via aerea e che provoca la paralisi delle larve, la lotta mediante utilizzo di ferormoni. Di recente introduzione, la lotta mediante iniezioni fitoterapiche al fusto da eseguire nei mesi di settembre ed ottobre. Questo sistema garantisce risultati assolutamente impensabili con gli altri sistemi e vantaggi anche di carattere economico. Si rimanda alla descrizione più dettagliata nel relativo “Post” del sistema a microinfusione. Si segnala che tale sistema ha permesso di debellare questo pericoloso insetto da interi territori comunali della provincia di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza.
A partire dal 05/01/2022, con la pubblicazione del Decreto 6 dicembre 2021, è stato abrogato il Decreto Ministeriale 30 ottobre 2007 che prevedeva l’obbligatorietà della lotta contro la processionaria del pino (Traumatocampa pytiocampa)..